Il flauto di canna, chiamato anche flauto diritto a bocca zeppata è un semplice strumento musicale tipico pastorale, che ha vantato in ogni epoca una presenza omogenea su tutto il territorio. Questo è stato possibile anche grazie alla minima competenza organologica e musicale richiesta per la sua realizzazione:
Flauto e doppio flauto
In Calabria, come in tutto il Sud Italia, pastori e contadini usano costruire un flauto a fessura interna, diritto, a becco, utilizzando la canna o anche il legno (fischiotto, frischetto, friscarottu, ecc.). Lo strumento viene costruito con l'aiuto di un coltello e, a volte, di un ferro rovente appuntito. Ve ne sono di diverse misure e anche il numero dei fori può variare di molto, da 3 anteriori fino a 8 anteriori più 1 posteriore. Le dimensioni, il numero dei fori, il grado di rifinitura e la presenza di eventuali decorazioni sono indicativi della diversa consistenza dello strumento in quanto oggetto: può trattarsi di un vero e proprio strumento musicale da conservare e utilizzare, ovvero di un passatempo effimero da gettare via dopo l'uso, o, infine, di un manufatto infantile. Per la costruzione del flauto a becco viene utilizzato un segmento di canna comprensivo di due nodi, tagliato superiormente appena sotto il primo nodo e inferiormente pochi centimetri oltre il secondo nodo. Molta cura viene posta nel costruire e ben alloggiare la zeppa di legno (di salice, fico, castagno, pioppo, ontano) onde evitare perdite d'aria, nel modellare la finestra e nel collocare regolarmente i fori digitali. Il becco può presentare una certa varietà morfologica (lungo, largo, affusolato, squadrato). Un’apertura, più o meno completa, della membrana interna del nodo determina l'intonazione generale dello strumento. Oltre il nodo, la parte terminale del tubo viene spesso affinata internamente in modo da ampliare lo sbocco della colonna d'aria subito dopo la strozzatura. In Calabria il flauto a becco di canna è diffuso anche in un modello bicalamo (fischiotti, frischetti, ecc.), polifonico, costituito da due flauti imboccati e diteggiati contemporaneamente e separatamente dalle due mani. Del tutto simile per morfologia al flauto singolo, il doppio flauto presenta becchi molto sporgenti - atti a facilitare la tenuta dello strumento mediante i denti - e, a volte, grandi aperture posteriori/inferiori che servono a intonare le due canne fra loro. Si distinguono due tipi: a paro, con canne di eguale lunghezza e diametro, tenute prevalentemente accostate; a chiave, con canne di diversa lunghezza e diverso diametro, tenute in posizione divergente. Il tipo a paro(localmente denominato fischiotti terzaluri, frischiotti alla sicilíana, ecc.) presenta quattro diverse combinazioni dei fori digitali, a cui corrispondono altrettanti modelli scalari, a partire da un ambitus di sesta fino a un ambitus di ottava. Il doppio flauto è uno strumento che presenta strette analogie con le canne melodiche delle zampogne. Del resto, molti suonatori di doppio flauto sono anche zampognari e inoltre i repertori dei due strumenti in parte coincidono, comprendendo suonate pastorali e tarantelle. Il doppio flauto è diffuso su scala regionale con maggior preponderanza nella provincia di Reggio Calabria e con prevalenza del tipo a paro rispetto al tipo a chiave.
Flauto di corteccia o armonico
Tra le forme più rudimentali di acrofoni, la Calabria annovera un buon numero di strumenti effimeri stagionali, tuttora occasionalmente costruiti e suonati dai pastori. Di essi, quello che forse presenta una maggiore compiutezza musicale è il flauto di corteccia (fràgulu, faraùtu, friscignolo, fríschettara, titarota, ecc.), che viene costruito in primavera utilizzando la corteccia di diverse piante in vegetazione come castagno, salice, fico, oleandro. La costruzione inizia tagliando un giovane ramo e distaccandone la corteccia secondo varie tecniche, in modo da ottenere un tubo di corteccia di lunghezza variabile da 60 ai 100 cm circa. Il tubo viene trasformato in un flauto a fessura interna, privo di fori digitali, aperto, con imboccatura apicale o laterale. La zeppa è ricavata da un segmento del legno estratto o dalla stessa lingua del suonatore. Lo strumento dura pochissimi giorni, diventando inutilizzabile per il seccarsi della corteccia. Non essendovi fori digitali, la melodia si ottiene mediante gli armonici che risultano dalla sovrainsufflazione, mentre l'unica azione digitale si realizza mediante il dito indice della mano destra che apre e chiude alternativamente l'apertura terminale. In tal modo si ottiene un numero variabile di suoni armonici, secondo le dimensioni del flauto e il suo rapporto lunghezza/diametro. Da alcune testimonianze risulta che in passato il flauto di corteccia venisse costruito e suonato durante la Settimana di Pasqua. Oggi lo strumento è usato molto sporadicamente dal pastori, che tuttavia sono ancora in grado di costruirlo e di ricavarne delle suggestive sonate.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCo.e fare ad acquistare i suoi strumenti grazie anticipatamente
RispondiEliminaCome fare ad acquistare i vostri strumenti grazie
Elimina