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domenica 27 ottobre 2013


 LA CHITARRA BATTENTE

La chitarra battente ha una collocazione particolare nella liuteria italiana; lo strumento conobbe infatti una vasta diffusione tra il 1600 e il 1700, in particolar modo nel Veneto e nella Calabria dove godette di popolarità grandissima; si dice che nasce come strumento ricco, colto perché suonato nelle Corti ed arriva a noi grazie alla tradizione popolare che se appropria. è un particolare tipo di chitarra, dalla tipica foggia. 









Tipica della tradizione della CalabriaPugliaBasilicataAbruzzoMolise e Campania (in particolare del Cilento), si attesta nel centro e nel sud d'Italia fin dal XIV secolo, con forme sempre in evoluzione rispetto al presunto modello storico della chitarra barocca, di indubbia origine colta. Oggi è denominata anche chitarra italiana in contrapposizione alla chitarra “classica”, detta chitarra spagnola o francese. Un elemento caratterizzante di questa antica chitarra è la forma simile ad un otto allungato, mai bassa di fasce.
Può avere cassa bombata con fascia alta costruita con essenze diverse in modo che, alternando legni chiari a legni scuri, si venga a costruire un disegno decorativo a fasce verticali. Un altro tipo ha il fondo piatto.Nella tradizione montava quattro corde metalliche più e una quinta di bordone, detto "scuordo o scordino". Un altro tipo porta 5 coppie di corde.Il ponticello è molto basso e mobile come quello del mandolino e viene mantenuto in posizione dalla pressione delle corde.Il foro di risonanza poteva essere coperto, con funzione decorativa, da una rosetta di carta colorata o traforata.

COME SI SUONA
Non essendo uno strumento da plettro, va suonata con uno specifico movimento ritmico della mano, delle dita che genera una sonorità "battente" caratterizzante generi musicali quali la tarantella, la pizzica, gli stornelli e la serenata.L'alternarsi delle delle dita (due o tre) crea il ritmo terrzinato tipico della tarantella. Questo strumento è stato concepito evidentemente per svolgere una funzione ritmica e di accompagnamento al canto.

COSTRUTTORI IN CALABRIA
Costantino e Vincenzo De Bonis - Bisignano (CS)
Rosalba De Bonis - Bisignano (CS)
Antonio Scaglione - Acri (CS)
Mario Artese - Cosenza (CS)
Andrea Palermo - Cosenza (CS)
Marco Corrado - Montegiordano (CS)
Giuseppe Mungari - Crotone (KR)
Mario Scordamaglia - Petilia Policastro (KR)
Giancarlo Sinopoli - Squillace (CZ)
Bruno Marzano - Bovalino (RC)
Concezio Cannatelli - Davoli (CZ) deceduto
Francesco Pignataro - Bisignano (CS)




COME NASCE UNA CHITARRA BATTENTE


Nella costruzione di una chitarra la fase più importante è la scelta del legno.
Per il Piano Armonico : Abete Rosso e Cedro del Libano

Il taglio dei tronchi avviene per quarti, poi dagli spicchi si ricavano dei fogli di circa 2,8 mm.
Lo spessore del piano armonico è molto importante per l’equilibrio del suono.

Per il Fondo, le Fasce e il Manico : Ciliegio, Noce, Castagno, Acero bianco,
Palissandro Indiano e Brasiliano, Mogano. Poiché , queste chitarre vengono fatte  
su ordinazione , il manico dipende dalle dimensioni dell’acquirente. 
Per la Tastiera e il Ponticello : Ebano e Palissandro (legni duri e compatti)
Importante è la scelta dei legni perché attraverso di essi le vibrazione del suono 
si propagano all’interno della cassa armonica.
Oltre alla funzione decorativa, la “rosa” serve per rinforzare il legno 
intorno alla buca, che in quel punto è estremamente fragile.








giovedì 10 ottobre 2013

L'ORGANETTO O FISARMONICA DIATONICA

La fisarmonica diatonica - altresì conosciuta col nome popolare di organetto e in Francia come accordéon diatonique - è uno strumento a mantice che può essere definito il padre della fisarmonica, essendo nato prima di quest'ultima. È fornita di bottoni e suona contemporaneamente la melodia e l'accompagnamento.
La fisarmonica diatonica è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli aerofoni (strumenti il cui suono è generato da un flusso d'aria) di tipo meccanico (l'aria è prodotta da un mantice o soffietto) e provvisto di ance libere. L'ancia libera è una sottile linguetta di acciaio, fissata ad una estremità su una piastrina di ottone o alluminio forata in modo tale da consentire all'ancia di vibrare liberamente sotto il soffio dell'aria, producendo così il suono. Ogni ancia è intonata su una nota musicale; la lunghezza e la larghezza della linguetta sono proporzionate all'altezza della nota: più acuta è la nota, più piccola è l'ancia e viceversa. Le ance sono montate su intelaiature di legno (somiere) fissate all'interno di due cassettine, anch'esse di legno, dotate entrambe di tastiera. L'organetto è caratterizzato da una tastiera melodica a bottoni, azionata dalla mano destra, nella quale le note sono ordinate per scale diatoniche (5 toni e 2 semitoni). Gli organetti, nella parte destra, possono essere caratterizzati da 1 o 2 file di tasti, considerate verticalmente. Qualora le file dei tasti siano 3, 4 o addirittura 5, la definizione più tecnica e corretta è di Fisarmonica diatonica oppure armonica diatonica.
Gran parte delle fisarmoniche diatoniche ed organetti sono strumenti bitonici: ciò significa che ciascun bottone emette nota diversa quando il mantice viene compresso anziché tirato. Esistono tuttavia anche strumenti unitonici (che emettono la stessa nota a prescindere dall'uso del mantice) e strumenti misti, in cui una delle due bottoniere è bitonica e l'altra unitonica.

STORIA

Nasce verso la metà dell'Ottocento in ambiente colto e si diffonde grazie alla praticità, al suono melodioso e alla possibilità di essere completo dal punto di vista musicale, permettendo di suonare senza la presenza di altri strumenti.
Strumento diffuso in tutto il mondo, in particolar modo nelle tradizioni popolari.
In Italia, oltre che nel Centro e nel Sud (in Abruzzo dove la diffusa versione con soli due bassi è chiamata ddù botte, in Puglia e Calabria dove l'organetto viene usato per l'esecuzione di pizziche e tarantelle), l'organetto è utilizzato anche in Sardegna dagli anni '20 per accompagnare i balli Sardi (soprattutto nella Sardegna centrale) e, al nord-ovest, nelle vallate alpine occitane. In Friuli sono diffusi gli organetti bitonici a tre o più file (che, come detto precedentemente, assumono il nome di fisarmonica diatonica), presenti anche nelle vicine Slovenia e Austria ed in particolare derivati dalla tradizione austriaca.
Anche in Sardegna questo strumento ha avuto una notevole diffusione, soprattutto nelle zone dell'interno. A partire dalla fine dell'800, periodo in cui si può datare l'arrivo dei primi esemplari nell'isola, ha infatti affiancato e in molti casi sostituito lo strumento fino ad allora più diffuso, le launeddas, forse a causa della sua maggiore versatilità, robustezza e semplicità d'uso.

L'organetto è molto utilizzato anche in Francia. Gran parte degli organetti venduti nel mondo è prodotta in Italia; alcune fabbriche sono la Della Noce (in Abbruzzo), la Castagnari, la Baffetti e la Giustozzi nelle Marche, la Verde in Piemonte e ce ne sono molte altre soprattutto nel sud Italia come la Marrara organetti. Anche in Spagna e soprattutto nei Paesi Baschi, è utilizzato un particolare tipo di organetto (la trikitixa) che viene spesso prodotto in Italia appositamente per quelle regioni. In Louisiana (USA) viene utilizzato per suonare la musica cajun di origine francese. È molto suonato anche in Irlanda, in Svezia e in Germania.


L'ORGANETTO E LA TARANTELLA 
CALABRESE

La tarantella calabrese o tirantella (anticamente u sonu) è un termine generico che racchiude le diverse espressioni coreutico-musicali diffuse nella penisola calabrese, con tratti che la rendono distinguibile dalle altre del Sud Italia, specie nel ritmo. Gli strumenti fondamentali (che fanno da cornice al virtuosissimo ballo della tarantella calabrese) sono: il tamburello e l'organetto, entrambi costruiti in Calabria da diversi maestri d'arte. 




In Calabria il ballo tradizionale inizia a perdere la sua funzionalità sociale già nel '900, persistendo solo in alcune aree, per esempio, per quanto riguarda l'Aspromonte nella Valle di Sant'Agata, intorno a Cardeto, in altre zone in provincia di Reggio Calabria soprattutto sul versante jonico, dove la danza in pubblico resiste in occasione di festività religiose, o in diversi centri del Pollino, dove spesso si è mantenuto il significato e la funzione che la danza aveva in passato in seno ad una comunità. Lo svolgersi di Festival ed eventi musicali, soprattutto estivi, e di stage e corsi di ballo, rappresenta invece una evoluzione differente legata alla modernità e globalizzazione. Il rischio è ovviamente quello di perdere il linguaggio coreutico originario della danza (e spesso della funzione stessa della "rota".
                                                                                     Nella foto: il maestro Ciccio Nucera










CIARAMELLA

La ciaramella o pipita è uno strumento musicale popolare aerofono della famiglia degli oboi con ancia doppia, cameratura conica e senza chiavi. Il termine ciaramella, deriva dal diminutivo tardo latino calamellus, al femminile calamilla e calamella, derivante a sua volta dalla parola latina calamus, cioè "canna". Nei vari dialetti italiani prende i nomi di ciaramedda, cornetta, totarella, trombetta, bìfara, pipìta; in còrso prende il nome di cialamella, cialamedda o cialumbella. Questo strumento musicale popolare è diffuso in tutto il centro sud Italia, ma il termine in alcune aree, come ad esempio ciarammelle nell'Alta Sabina o ciarameddi in Calabria e Sicilia designa la zampogna; questo perché sembra che la zampogna stessa sia nata dall'accostamento di due ciaramelle alle quali nell'età  dell'impero Romano è stato aggiunta una riserva d'aria tramite un otre (nel Medioevo saranno aggiunti infine i bordoni).
La doppia ancia, assai lunga, viene tenuta fra le labbra; il foro del fuso è conico e la campana terminale è ampiamente svasata.



Raramente è suonata come strumento solista. Generalmente si suona assieme alla zampogna Si usa anche l'accostamento alla zampogna di due ciaramelle, suonate o da una coppia di suonatori o contemporaneamente dallo stesso suonatore (ciaramella doppia); quest'ultimo utilizzo è tipico dell'area lucana.
In Calabria la ciaramella fa anche parte delle "bande piluse" o fanfare,   che includono anche una sezione ritmica. L'accostamento tra zampogna e ciaramella è diffuso grazie agli zampognari itineranti che portano la novena di Natale. Originariamente l'uso non era legato al solo contesto pastorale e natalizio, ma apparteneva ai più vari contesti.


CIARAMELLE CALABRESI
Nella foto diversi tipi di Ciaramelle calabresi
costruiti (interamente a mano) dal maestro
Domenico Gazzaneo e suo nipote Donato De Filippo













                                                                          CIARAMELLE MOLISANE




Nella foto diversi tipi di Ciaramelle Molisane
costruite (interamente a mano) dal costruttore
di zampogne e ciaramelle
Fabio Ricci di Scapoli (IS)