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giovedì 10 ottobre 2013

L'ORGANETTO O FISARMONICA DIATONICA

La fisarmonica diatonica - altresì conosciuta col nome popolare di organetto e in Francia come accordéon diatonique - è uno strumento a mantice che può essere definito il padre della fisarmonica, essendo nato prima di quest'ultima. È fornita di bottoni e suona contemporaneamente la melodia e l'accompagnamento.
La fisarmonica diatonica è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli aerofoni (strumenti il cui suono è generato da un flusso d'aria) di tipo meccanico (l'aria è prodotta da un mantice o soffietto) e provvisto di ance libere. L'ancia libera è una sottile linguetta di acciaio, fissata ad una estremità su una piastrina di ottone o alluminio forata in modo tale da consentire all'ancia di vibrare liberamente sotto il soffio dell'aria, producendo così il suono. Ogni ancia è intonata su una nota musicale; la lunghezza e la larghezza della linguetta sono proporzionate all'altezza della nota: più acuta è la nota, più piccola è l'ancia e viceversa. Le ance sono montate su intelaiature di legno (somiere) fissate all'interno di due cassettine, anch'esse di legno, dotate entrambe di tastiera. L'organetto è caratterizzato da una tastiera melodica a bottoni, azionata dalla mano destra, nella quale le note sono ordinate per scale diatoniche (5 toni e 2 semitoni). Gli organetti, nella parte destra, possono essere caratterizzati da 1 o 2 file di tasti, considerate verticalmente. Qualora le file dei tasti siano 3, 4 o addirittura 5, la definizione più tecnica e corretta è di Fisarmonica diatonica oppure armonica diatonica.
Gran parte delle fisarmoniche diatoniche ed organetti sono strumenti bitonici: ciò significa che ciascun bottone emette nota diversa quando il mantice viene compresso anziché tirato. Esistono tuttavia anche strumenti unitonici (che emettono la stessa nota a prescindere dall'uso del mantice) e strumenti misti, in cui una delle due bottoniere è bitonica e l'altra unitonica.

STORIA

Nasce verso la metà dell'Ottocento in ambiente colto e si diffonde grazie alla praticità, al suono melodioso e alla possibilità di essere completo dal punto di vista musicale, permettendo di suonare senza la presenza di altri strumenti.
Strumento diffuso in tutto il mondo, in particolar modo nelle tradizioni popolari.
In Italia, oltre che nel Centro e nel Sud (in Abruzzo dove la diffusa versione con soli due bassi è chiamata ddù botte, in Puglia e Calabria dove l'organetto viene usato per l'esecuzione di pizziche e tarantelle), l'organetto è utilizzato anche in Sardegna dagli anni '20 per accompagnare i balli Sardi (soprattutto nella Sardegna centrale) e, al nord-ovest, nelle vallate alpine occitane. In Friuli sono diffusi gli organetti bitonici a tre o più file (che, come detto precedentemente, assumono il nome di fisarmonica diatonica), presenti anche nelle vicine Slovenia e Austria ed in particolare derivati dalla tradizione austriaca.
Anche in Sardegna questo strumento ha avuto una notevole diffusione, soprattutto nelle zone dell'interno. A partire dalla fine dell'800, periodo in cui si può datare l'arrivo dei primi esemplari nell'isola, ha infatti affiancato e in molti casi sostituito lo strumento fino ad allora più diffuso, le launeddas, forse a causa della sua maggiore versatilità, robustezza e semplicità d'uso.

L'organetto è molto utilizzato anche in Francia. Gran parte degli organetti venduti nel mondo è prodotta in Italia; alcune fabbriche sono la Della Noce (in Abbruzzo), la Castagnari, la Baffetti e la Giustozzi nelle Marche, la Verde in Piemonte e ce ne sono molte altre soprattutto nel sud Italia come la Marrara organetti. Anche in Spagna e soprattutto nei Paesi Baschi, è utilizzato un particolare tipo di organetto (la trikitixa) che viene spesso prodotto in Italia appositamente per quelle regioni. In Louisiana (USA) viene utilizzato per suonare la musica cajun di origine francese. È molto suonato anche in Irlanda, in Svezia e in Germania.


L'ORGANETTO E LA TARANTELLA 
CALABRESE

La tarantella calabrese o tirantella (anticamente u sonu) è un termine generico che racchiude le diverse espressioni coreutico-musicali diffuse nella penisola calabrese, con tratti che la rendono distinguibile dalle altre del Sud Italia, specie nel ritmo. Gli strumenti fondamentali (che fanno da cornice al virtuosissimo ballo della tarantella calabrese) sono: il tamburello e l'organetto, entrambi costruiti in Calabria da diversi maestri d'arte. 




In Calabria il ballo tradizionale inizia a perdere la sua funzionalità sociale già nel '900, persistendo solo in alcune aree, per esempio, per quanto riguarda l'Aspromonte nella Valle di Sant'Agata, intorno a Cardeto, in altre zone in provincia di Reggio Calabria soprattutto sul versante jonico, dove la danza in pubblico resiste in occasione di festività religiose, o in diversi centri del Pollino, dove spesso si è mantenuto il significato e la funzione che la danza aveva in passato in seno ad una comunità. Lo svolgersi di Festival ed eventi musicali, soprattutto estivi, e di stage e corsi di ballo, rappresenta invece una evoluzione differente legata alla modernità e globalizzazione. Il rischio è ovviamente quello di perdere il linguaggio coreutico originario della danza (e spesso della funzione stessa della "rota".
                                                                                     Nella foto: il maestro Ciccio Nucera










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